sabato 21 gennaio 2012

I am a Rock!

In quei giorni..


Cosi' finalmente, siamo dalle parti della roccia.

I miei compari mi riferiscono un altro incontro strano. Un nano, lanciatore di coltelli e messaggero. Pare che egli facesse la spola tra il bosco dell'ascia e una città di nome Wellfall, portando messaggi per Jenlar.

Inotlre pare che sia caduto dal cielo un altro manufatto: un comodino, con un bigliettino da parte di Arkaids, il nostro misterioso committente. In questo, Arkaids denuncia di essere stato "tolto dai giochi dallo stesso Jenlar, che ci osserva continuamente ma che in questo momento egli è riuscito a distrarre." Arkaids ordina di distruggere il biglietto dopo la lettura, per essere sicuro che Arkaids non lo sappia.

Dopo una scaramuccia col nano in questione, ripartiamo per la roccia. La strada non è semplice, ma giungiamo in vista del monolito.

A proteggerla, degli animali, dei pugnali magici e una terribile strega con le unghie. Sono l'unico che ha il buon senso di fuggire davanti a un nemico tanto potente. Gli altri combattono e quasi soccombono, ma con il mio aiuto riusciamo a sconfiggerla.

Finalmente esploriamo la roccia. In una fenditura troviamo una antica spada con un disegno di un serpente. La scritta è nell'antico linguaggio già visto, ma non riesco a decifrare altre parole oltre a "bagni pubblici".  Una traduzione successiva, si dice più accurata, recita: "Largo e ampio il sentiero che verso il nulla conduce, piccolo e stretto quello verso la vera ricchezza."

Nel "retro" della roccia c'e' pero' un passaggio segreto, una parte della roccia dove si puo' passare. Riusciamo a introdurci tutti insieme, e ci troviamo in un posto davvero strano:

una grande stanza, con una parete semidistrutta. Da una parte affreschi e decorazioni bellissime e in buono stato. Sul lato distrutto, tutto fa più schifo. Sul pavimento una scritta enorme: HUBRELIS KISHASSEN ("Il grande orgoglio di Kishasa"). Su un lato 4 ceste e 4 statue. Anche le 7 ceste erano in ordine di bellezza e splendore, le statue rappresentavano 4 re, in ordine di età.

Kishasa sembra essere una città antica di un impero perduto, informazione forse avuta da Ghibli, o da una voce che parte nella stanza, nota come audioguida (non ricordo se questo è avvenuto subito o solo dopo quanto segue). Kishasa è stata sconfitta, distrutta e maledetta, e vi erano conoscenze magiche diverse da quelle di oggi.

Ad ogni modo le 4 statue si animano e vengono a picchiarci. E' una lotta dura, perché è davvero difficile scalfirle. Ma grazie all'ascia di Nerom e ai nostri incantatori raggiungiamo ottimi risultati, e riusciamo a distruggere i colossi.

A questo punto parte un audioguida, che ci illustra le meraviglie di Kishasa, e dopo averci convinto ad un soggiorno 4 stelle ci intima: "prendete cio' che è vostro, non siate pazzi, siate saggi". Nerom si avvia rapido verso l'ultima cassa, la più "ricca". Non facciamo a tempo a fermarlo, ma pare abbia fatto la scelta migliore: all'interno c'e' un sacco pieno d'oro! Peccato solo che sacco, oro, Romen e noi spariscono in breve.. E noi, Romen e non il sacco ci ritroviamo all'esterno della roccia.

Non siamo pronti a riaffrontare i 4 re, che magari con le magie di Kishasa si sono rigenerati. Quando pero' abbiam raccolto le forze e siamo pronti a rientrare, eventualmente ricombatterli e riprovare la cassa, scopriamo una cosa terribile: il passaggio è ora bloccato. Non si trova più, o meglio, dove lo avevamo identificato, non c'e' più modo di entrare.

Per fortuna Nimue non era entrata e al suo risveglio sembra in grado di passare la porta. Si avventa all'interno da sola, e scopre che i re sono tuttora in frammenti. Sceglie la cassa più brutta, e all'interno vi trova uno strano oggetto, una sorta di mezzo prisma. L'audioguida si congratula, e Nimue da un'occhiata al resto del posto: dalla stanza si puo' uscire, e all'esterno si scopre che l'edificio è sospeso a grande altezza dal terreno con un piccolo pezzo di terra che lo circonda. Sotto una città circondata dal deserto (e forse un lago?).

Nimue ci riporta anche questa frase, probabilmente scritta per terra: "Non fermarsi all'apparenza, guardare con gli occhi e non con il cuore, le creature sono diverse dall'apparenza".

Un'altra frase interessante che mi sono appuntato in questo periodo è "non è tutto oro ciò che luccica", ma purtroppo non me ne ricordo la fonte, forse tale Mauro.


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