sabato 9 giugno 2007

una giornata intensa

Terreno 24 migratorio 650 A.C.
Ora neanche vogliono lasciarmi andare. Ho accettato di fare il loro cavolo di raid suicida nella casa della morte, ma non voglio vedere le loro brutte facce per un secondo più del necessario. Ma ovviamente non ho modo di impormi sui 3, e devo aspettare che decidano un orario e cerchino pateticamente di convincermi a rimanere. Illusi. Se ci rivedremo sarà per sistemare qualche conto in sospeso.
Una sorpresa è il ritorno di Nolta. E' in casa, ma sembra stare davvero male. Il mio vecchio compagno di avventure sembra avere ancora meno energie, stimoli e vitalità di me. Parla tutto impastato, si muove strano, sembra dolorante. E' molto scosso alla notizia della mia morte. Come io lo sono per la sua situazione. E risollevato per la mia reincarnazione insiste per abbracciarmi. Mi piacerebbe parlargli, e cercare di capire che succede..ma non con questi altri attorno proprio non se ne parla.
Riesco finalmente ad ottenere il mio orario, saluto Nolta e me ne vado. Come al solito cambiano idea, e dopo una prima idea di fra una settimana (mi mettono in un sacco e rovinano la serata della mia vita per una missione prevista tra una settimana!), mi convocano per la sera a mezzanotte.

Subito mi dirigo diretto al bordello. Quello squallido, è più in tema con il mio umore. Ma è tutto chiuso. Nè birra, nè donne. Mi indirizzano al birrificio, dove mi apre un uomo fuori di testa. E' spaventato da delle misteriose entità, e mi da gratuitamente una bella dose della birra più forte che hanno. Un po' sorpreso mi gusto la bevanda e proseguo la ricerca. Anche il bordello ricco è chiuso, e le ragazze d'emergenza sono riservate ai soldati. Maledizione, anche la mia è un'emergenza!! Mi reco anche ai falli neri, ma non solo non sanno dirmi dove trovare una ragazza: non hanno neanche nessuno dei gadget elencati nel mio libro "tutto sul sesso anale". Sconsolato mi reco al negozio di liquori e acquisto una bottiglia di buon liquore per lenire l'attesa.

Prima di aprire la bottiglia mi viene un gran sospetto. Quei maledetti potrebbero provarle tutte per riavermi dalla loro parte, e questo non deve succedere. Sarebbero capace di utilizzare malefici di ogni sorta, e non esiterebbero a farmi perdere la memoria per proporsi come i miei migliori amici. Visto che di pozioni del genere ne son girate, meglio tutelarsi. Estraggo il mio pugnale e incido in silvano le parole "Non fidarti di Amandil!" sul mio braccio. Su una pergamena scrivo in Auran una descrizione di Amandil e dei suoi degni compari, e lo camuffo come un trattato di matematica per la contabilità. Riprendo la lama e incido un chiaro rimando: un formula matematica in Auran.

Riprendo la mia bottiglia e, nel verde parco, con il liquore che mi brucia nello stomaco, faccio bruciare anche il mio braccio. Il dolore è quasi un piacere mentre brucia la rabbia dentro di me. Passo la giornata nei fumi dell'alcol, ma riesco a fatica a non esagerare: qualche possibilità di portare a casa la pelle e di non morire di nuovo con quegli idioti voglio mantenerla.

La sera finalmente vado al bordello. Il ciccione ovviamente non mi riconosce e mi fornisce volentieri una stanza. Metto in pratica quanto imparato fin'ora con un risultato magnifico. Potrei diventare un esperto e insegnare. Perdo volentieri qualche manciata di monete ai dadi per consentire anche agli altri avventori di sperimentare le gioie del sesso.

Infine dopo un pasto abbondante in locanda mi dirigo mesto alla mia sorte. La casa è già cambiata. Un lenzuolo sul cancello, la porta bruciata. Sarà stato quel mago fuochista saccente che finalmente avrà sbagliato qualcuno dei suoi trucchetti. Non c'e' Nolta, e dicono che se ne sia andato. Capacissimi di averlo ficcato in un sacco per guarirlo, ma non me ne curo molto. Domani magari farò un giro in città per cercarlo e salutarlo. Dopo qualche odioso convenevole si parte.

La casa è come l'avevo lasciata. Vuota, serrata, luci spente. Mi avvicino con circospezione e apro la porta. Arrivo da Amandil e questo lancia un urlo. Basta, non si può neanche lavorare con questi. Anche un rapporto professionale è fuori discussione. Prendo e me ne vado, ma vengo costretto a continuare. Avverto che al prossimo segno di poca professionalità me ne vado davvero. Provano persino a spedirmi dentro la casa per primo, ma su quello proprio mi impunto. Mi diverto a vederli litigare tra loro per a chi spetti l'onore. Un evidente segno di improfessionalità, ma soprassedo. Non vedo l'ora che questa cosa sia finita, in un modo o nell'altro.

La casa è vuota, e non ci sono segni di recente utilizzo. Letti abbandonati, polvere e ragnatele, cesso secco. Con una ricerca scrupolosa trovo una fessura vicino ad una delle statue che adornano il camino. Sono tentato, molto tentato di non dire nulla, e lasciar finire il raid in un insuccesso, ottenendo cosi' la libertà. Ma la mia curiosità ha il sopravvento, e indico la stranezza agli altri. Il borioso Ilirn spinge la statua e la porta segreta si apre. E' una botola che porta sotto al camino. Da giù giungono indistinte due voci. Scende lui invisibile e ci avverte che c'e' una stanza con due porte. Lo seguiamo lentamente. Ora le voci si odono chiaramente. Parlano di un capo che ha cambiato piano, ma non sono più cose che mi interessano. Parlano pero' anche di "aspettare" qui, e mi viene il terrore che l'attesa possa essere proprio per noi. Ormai pero' siam dentro. Blocco una delle porte, apro l'altra e si sfonda.

Un Armaturato e un borghese sono i due interlocutori. Intervengono poi nel discorso un altro enorme ominide con corazza a bande e ascia bipenne e due simpatici lupacchiotti abbaianti con tanto di griffe ufficiale dei figli della notte. Combatto al meglio, correndo non pochi rischi. Ma questo corpo fa schifo. Non riesco a saltare qua e la come un tempo, e riesco solo a colpire la montagna di carne, resa collina da qualche sporco trucco di Ilirn. Ad ogni modo gli altri combattono bene. Niente da dire, se fossero persone affidabili sarebbe un piacere lavorare con loro. In breve i nostri avversari sono a terra in un lago di sangue. Solo il conte ha qualche brutta ferita. Mi getto su uno dei corpi e riesco a salvarlo con le mie conoscenze mediche. Forse la carriera ospedaliera è quella che fa me. O forse quella veterinaria, visto che quello che son riuscito a salvare è un lupo.

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